"Incontro il mio diabete" un percorso di cura con Giannermete Romani raccontato da un papà
Prima dell'incontro chi esprime curiosità, chi titubanza, chi non sa cosa aspettarsi, i ragazzi fanno la glicata e poi tutti entriamo con il nostro bagaglio, la nostra storia e il nostro "groviglio di emozioni".
Giannermete riesce subito a metterci a nostro agio, con sensibilità, grazie ad un'esperienza ventennale accumulata presso associazioni di tutta Italia.
Ci guida lungo un percorso su diversi temi dove ognuno mette in campo le proprie esperienze ed emozioni.
Ci sono esperienze in cui tutti ci si ritrova ma che per ognuno è diversa, la visione di ognuno si specchia nelle esperienze degli altri restituendoci uno sguardo nuovo sulle gestioni quotidiane e sociali, con idee a cui non avevamo pensato e atteggiamenti che spesso ci stupiscono per la loro purezza.
I ragazzi non smettono di sorprenderci, dimostrando una maturità e uno sguardo originale sul mondo che ci circonda ed è bello affrontare i temi con loro mettendo in discussione noi stessi e il nostro approccio.
Giannermete intanto ascolta e conduce abilmente il discorso.
Così il "groviglio di emozioni" inizia a districarsi, un nodo si scioglie, una paura si attenua, lo vediamo trasformarsi in una trama. Il filo della vita di uno si allaccia a quello della persona vicina, in un tessuto che ci unisce, ci avvolge..
Diventa una sorta di coperta che ha sapore di famiglia.
Un percorso condiviso
Raccomando vivamente a tutti di non mancare questa visita, un percorso di cura importante e fondamentale, in cui l'associazione, l'ospedale e il team hanno investito tempo e risorse.
Un sentito ringraziamento a Giannermete Romani le cui parole riescono a far luce su aspetti bui e spesso trascurati dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti più profondi.
Grazie a chi ha avuto l'idea di questo nuovo progetto di educazione terapeutica, a chi ci ha creduto con fermezza e chi lo porta avanti con dedizione e impegno.
Un ringraziamento alla Prof.ssa Luisa De Sanctis, alla Dott.ssa Michela Trada, alla Dott.ssa Cinzia Montarulo, al Dott. Davide Tinti dell'Ospedale Infantile Regina Margherita e a tutte le famiglie che con coraggio e voglia di condividere si mettono in gioco.